Il Fil Rouge Swiss

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Le combinazioni

Questi 16 esercizi di Fil Rouge Swiss, combinandoli fra loro, sia all’interno dello stesso concetto, sia fra i diversi princìpi, innescano una serie infinita di varianti, che hanno comunque la caratteristica di mantenere inalterato l’obiettivo, il dettaglio tecnico, tattico e cognitivo, permettendo così ai giocatori di lavorare sul conosciuto, nella cosiddetta zona di comfort. Queste infinite combinazioni, a due o tre esercizi, vengono sviluppate tramite il “sotto metodo” sviluppato dallo staff di Fil Rouge e chiamato Matrioska Metodologica.

Ora toccheremo temi legati alla programmazione (nella figura 10 il riassunto delle esercitazioni). Partiremo dal “sotto-metodo” matrioska (esercizio nell’esercizio, concetto nel concetto). Con questo metodo abbiamo la possibilità di combinare gli esercizi che hanno un principio specifico con altri che perseguono un obiettivo differente: in tal caso, parliamo di matrioska verticale. Inoltre, si possono abbinare anche due proposte differenti che perseguono lo stesso concetto, ad esempio “base” con “mini” (matrioska orizzontale).

La matrioska verticale

Nel primo caso, per fare un esempio, si possono unire il recupero palla immediato con il movimento senza palla degli avversari, quindi “richiamando” il concetto creo/occupo spazio. Combineremo quindi l’esercizio Roma base con il Dama base. Questa matrioska verticale consente ai giocatori di lavorare con due esercitazioni conosciute e sperimentate, quindi in zona di comfort, incentrando l’attenzione non tanto sulla funzionalità della struttura, ma sull’efficacia e sulla qualità delle varie esecuzioni del singolo giocatore. Le matrioske verticali danno vita a una moltitudine di proposte pratiche a più livelli: questo dipende dalla fascia d’età, dall’abilità tecnico-tattica dei calciatori e dagli aspetti psicologici del gruppo che si segue. Una matrioska verticale può essere svolta fra due, tre o tutti e quattro in princìpi; può essere sviluppata non solo fra gli esercizi base, ma anche tra quelli nelle accezioni “mini”, “micro” e “maxi”.

Ad esempio possiamo programmarne una fra Dama base, Barcellona mini e Roma maxi: ciò che conta è che gli obiettivi siano precisi, chiari e riconducibili agli esercizi svolti in modo separato. In pratica, la proposta rimane sempre e solo un mezzo per raggiungere quanto ricercato e non la parte principale dell’allenamento. Non deve essere “bella”, ma funzionale e idonea al miglioramento delle capacità dei giocatori. Questo metodo permette di variare le esercitazioni dal conosciuto allo sconosciuto, di far applicare gli obiettivi essenziali dei concetti, pur dovendoli provare in un contesto o in una forma apparentemente diversa. Ciò consente di ottenere delle progressioni in situazioni correlate e realistiche, di avere un filo conduttore per i temi proposti e una chiara direzione nella programmazione e sviluppo del lavoro sul campo.

Nella figura 11 la matrioska verticale a 3 concetti. Nella figura 12, invece, una matrioska verticale fra i concetti di recupero palla immediato e creo/occupo spazio. La struttura è quella dell’esercizio Roma base, nella quale sono state inserite le zone esterne definite dall’esercizio Dama base. I giocatori verranno allenati quindi alla pressione immediata difendendo in avanti verso la zona 1, su avversari che mantengono il possesso palla rispettando l’obiettivo tecnico della proposta Dama (ricevere palla in un quadrato libero e con il primo controllo orientato dinamico entrare in un altro settore vuoto e/o liberato da un compagno).

La matrioska orizzontale

Gli obiettivi di queste proposte sono differenti: non si passa da un concetto all’altro, al contrario si rimane sempre ben fissi su un unico fine. Lavorando in tal modo, le combinazioni possibili sono tra “base”, “mini”, “maxi” e “micro”. Ad esempio, le proposte Roma base e Roma micro possono essere miscelate in un unico esercizio, in sequenza una nell’altra oppure con alternanza GAG (gioco-analitico-gioco), che nel Fil Rouge Swiss preferiamo definire base>micro>base.

Prendendo come esempio il Roma base per il concetto recupero palla immediato/difendere in avanti, inseriamo il Roma micro. In pratica, si cerca di “esasperare” l’aspetto tecnico che ritroviamo in questo principio utilizzando la forma “base” per 3-4’ e alternandola con la “micro” per 2-3’. Quindi, si ritorna alla “base” e via dicendo. Tale alternanza permette di applicare il concetto nel gioco, provarlo in modo approfondito ed esasperato nel “micro”, per poi riproporlo nel “base”. Il continuo passaggio da una modalità all’altra consente di mettere in pratica immediatamente quanto appreso in dettaglio e quindi creare una zona comfort differente per ogni singolo giocatore e ricercare la progressione ideale per ognuno.

Agire sul conosciuto aiuta nella progressività delle difficoltà, nell’applicazione dei princìpi e nell’osservazione immediata da parte del tecnico che può intervenire per semplificare o complicare (progressioni e regressioni) la proposta. Chiaramente possiamo scegliere differenti matrioske orizzontali: possiamo sviluppare un esercizio su due livelli, quindi composto da due proposte, su tre livelli e via dicendo, combinandole in tutti i modi possibili (micro>mini o base>maxi). L’importante è preparare un’esercitazione efficace, semplice e adatta al raggiungimento dei princìpi decisi in relazione alla programmazione.

La programmazione di un mesociclo

Con gli strumenti che abbiamo conosciuto fin qui (concetti, esercizi, sotto-esercizi e matrioske), possiamo ora iniziare a sviluppare un mesociclo. Iniziamo col dire che il mesociclo è composto da quattro microcicli, di cui tre di base incentrati sui princìpi e uno situazionale, destinato al perfezionamento di quanto appreso e rivisto nella partita, quindi in situazione di gioco effettiva. Inoltre, nella settimana situazionale si avranno dei lavori specifici a livello condizionale, questo per “abituare” i giocatori a un intervento mirato a livello fisico.

Chiaramente queste proposte saranno in relazione alla fascia d’età coinvolta: ad esempio, possono essere inseriti dei lavori propriocettivi per gli U12 e U13 o degli intermittenti per gli U16 e U18. Operativamente parlando, il team degli allenatori e il responsabile tecnico si trovano e stabiliscono mensilmente le priorità di lavoro di ogni ciclo mensile, definiscono per ogni categoria il concetto da sviluppare in tale periodo (non tutte le categorie lavoreranno lo stesso principio). L’obiettivo principale viene chiamato accento primario e viene approfondito in tutte le tre settimane del mesociclo. È facilmente comprensibile che lavorare per tre microcicli solo su un aspetto potrebbe inficiare l’apprendimento delle altre finalità (si rischia di dimenticare quanto già allenato): pertanto, con lo staff si decide la sequenza con la quale proporre anche l’accento secondario. Questo è formato dagli altri princìpi che saranno riproposti uno alla volta per microciclo.

Come possiamo vedere nell’esempio in figura 13, troviamo la proposta Dama presente per tre settimane come accento primario (creo/occupo spazio per capirci). Però nel microciclo 1 sarà “ripreso” anche il concetto di recupero palla (Roma), nel 2 il possesso palla (Barcellona) e nel 3 le transizioni con gli esercizi Milan. Così facendo, all’interno di un ciclo mensile è chiara la priorità essenziale, ma non si dimenticano gli altri aspetti e i loro obiettivi tecnici-tattici. Va detto che a livello di coaching l’accento primario ha la priorità e la maggiore attenzione da parte del tecnico, mentre quelli secondari saranno “sostenuti” da interventi di richiamo, attenti all’efficacia di quanto conosciuto e sviluppato precedentemente. Al termine di ogni mesociclo lo staff si ritrova, valuta il lavoro e organizza un nuovo periodo secondo le medesime modalità (accento primario e secondario).

Le matrioske nei microcicli

Un altro elemento fondamentale nella pianificazione dei mesocicli è correlato alle matrioske fra i vari microcicli. Come possiamo vedere nella figura 14, abbiamo un accento primario, in questo caso Barcellona e la sequenza dei tre accenti secondari nei tre microcicli Dama (1), Roma (2) e Milan (3). A questo punto subentrano le matrioske di microciclo. Il triangolo rosso definisce le matrioske verticali, quindi come detto in precedenza la relazione fra concetti diversi. Ad esempio nel primo microciclo, avremo delle relazioni tramite esercizi “matrioskati” fra Barcellona e Dama (un approfondimento dell’accento primario e un’applicazione “richiamo” dell’accento secondario), che varierà ogni settimana. Il cerchio rosso posto nell’intersezione fra due microcicli definisce la fine di un principio secondario e l’inizio, nel microciclo successivo, di uno nuovo.

Nell’esempio riportato, il primo microciclo termina in Dama e il nuovo incomincia con un matrioska verticale tra Dama e Roma. L’obiettivo è quello di trasportare nella nuova settimana l’ultimo concetto sviluppato in modo da non creare un distacco netto a fine settimana. In questo modo ci si può rendere conto come in ogni microciclo siano sempre presenti tre obiettivi, anche se volutamente con una diversa priorità. Quanto riportato è lo sviluppo pratico alla base di un mesociclo con la metodologia, che ha come caratteristica principale e fondamentale le continue relazioni in tutti gli ambiti, dal globale al dettaglio. Infatti, riteniamo determinante lavorare sul “nuovo” senza dimenticare il “conosciuto”. Questo chiaramente implica un notevole coinvolgimento degli aspetti cognitivi con la conseguente crescita di giocatori pensanti.

Autore: Mauro Giussani. L’articolo è stato redatto in collaborazione con lo staff del Team Ticino.
Foto: Michele Tusino.

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