Eder, basta la parola

Eder, basta la parola

Come la Francia; meglio della Germania. Quando lo 0-0 sembrava cosa fatta e rispecchiava in pieno il nulla visto in campo, ci ha pensato Eder a regalarci tre punti che vogliono dire passaggio del turno. Dovremmo chiudere primi, mal che vada (se l’Eire batterà prima il Belgio, poi l’Italia) secondi. Ma non è degli accoppiamenti agli ottavi che vogliamo parlare.

La Nazionale ha giocato male, non può un gol segnato all’88’ cambiare il giudizio su una gara disputata sotto ritmo e con poche idee, contro una squadra che ha un campione e poco altro. Quella vista a Tolosa è la “facciata B” della squadra di Lione: iperaggressiva contro il Belgio, troppo compassata contro la Svezia. Non è un atto di accusa, ma è la riprova che non potendoci affidare a elementi dalle straordinarie doti tecniche, per fare bene siamo costretti a correre, ad alzare il ritmo. E tutto questo, per quanto visto contro la Svezia, non sembra possibile ogni quattro giorni, al termine della stagione.

La vittoria contro Ibra, però, è così importante da spingerci a mettere la polvere sotto il tappeto: contro l’Eire, Conte potrà far riposare gli esterni (né Florenzi, né Candreva hanno giocato la partita dell’anno; così come i tre centrocampisti), alternare gli attaccanti, regalando magari uno spezzone pure a Insigne. Ovvio che non vedremo Bonucci e Chiellini, che sono in diffida. Questo è il patrimonio che ha portato in dote venerdì 17 il gol di Eder, maglia numero 17.

Come la Francia (partita non esaltante e vittoria), meglio della Germania (partita noiosa e pareggio). Per questo festeggiamo l’1-0. E viviamo alla giornata.

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