La costruzione del gioco

La costruzione del gioco

Una progressione di lavoro per la fase offensiva sviluppata in contesto situazionale. L’importanza di tracciare una strada nel percorso formativo di un giovane calciatore che tenga conto di diversi fattori.

Per identificare uno stile di gioco verso il quale indirizzare la propria squadra non bisogna soltanto tener conto delle proprie idee ed esperienze, ma è necessario valutare tutto quello che può incidere o aver inciso in passato su abitudini, comportamenti, convinzioni e profilo dei giocatori e dello staff.

Un mondo “imperfetto”
Giocatori abili tecnicamente, sostenuti da capacità condizionali di buon livello, intelligenti, dotati di personalità e disponibili alla crescita e all’apprendimento, sono quelli che ogni allenatore vorrebbe, ma spesso non tutti sono così. Lo stesso vale per l’ambiente di lavoro: la perfetta sinergia tra le persone e le varie “aree” che si relazionano coi giocatori, il rapporto tra aspettative di breve e di lungo periodo, la cultura e le abitudini personali di ciascuno rendono il contesto di lavoro “imperfetto” e lontano da tutti i modelli che potremmo immaginare.

Se a questo aggiungiamo che anche l’allenatore è imperfetto (c’è chi è sopraffatto dall’ego, chi ha paura nei momenti importanti, chi è impulsivo quando è sotto pressione, chi non ha la giusta carica emotiva…), potrebbe quasi risultare improprio proporre idee e contenuti che prescindano dall’analisi di tutto ciò. È però altrettanto vero che ciascun allenatore porta con sé un bagaglio di conoscenze maturate con l’analisi e l’esperienza e ha il dovere di dettare una linea tecnica per la costituzione della squadra e per il miglioramento dei giocatori. In particolare, nel settore giovanile, il percorso che riguarda la crescita dei giocatori è senz’altro il più importante e quest’ultima deve avvenire in ogni direzione: tecnico-tattica (nelle diverse fasi del gioco), fisica e mentale. Ci soffermiamo in questo articolo sull’aspetto tecnico-tattico, ben sapendo che il nostro intervento deve avvenire parallelamente da tutti i punti di vista, sempre in relazione al livello di maturazione del ragazzo.

Scopri di più sul numero di giugno: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo o digitale

Articoli correlati

Tutto sulla marcatura

Una capacità, talvolta trascurata nel settore giovanile, che va assolutamente allenata. Le proposte pratiche, il duello e il marcamento di un calciatore senza palla. È ormai ben chiaro che le abilità tecniche non siano l’unica componente che determina la prestazione del calciatore. Al fianco di calciatori come Neymar, Coutinho, Messi e Ronaldo, per citare alcuni […]

La visione globale

Il lavoro secondo princìpi di gioco nel settore giovanile: la sua importanza e come agire al meglio per insegnare ai propri giocatori a osservare il contesto di gioco prima di ricevere palla. Programmare l’attività da svolgere con la propria squadra è una condizione necessaria (ma non sufficiente) per offrire ai propri giocatori una valida e […]

Ball mastery, il dominio della palla

Quanto conta per un giocatore avere una padronanza assoluta nella gestione del pallone. La tecnica di ball mastery e le strutture da utilizzare. All’interno dello speciale “Settore Giovanile” avevo iniziato a trattare l’argomento relativo al “dominio” del pallone nell’articolo “Diamo del ‘tu’ alla palla”. La maestria nel gestire l’attrezzo, infatti, a qualsiasi livello, deve essere […]

Allenate la percezione

Perché è importante andare oltre al “giocatore pensante”. La percezione delle informazioni, la lettura corretta di queste e l’attuazione di comportamenti efficaci e funzionali al contesto di gioco Sovente l’obiettivo dichiarato da numerosi allenatori e responsabili di settore giovanile è quello di formare “giocatori pensanti”. Se ogni calciatore, però, durante una partita dovesse pensare all’azione […]