Così sono i bambini

Così sono i bambini

Le caratteristiche dei Piccoli Amici e le attenzioni che deve avere l’istruttore nel rapporto con loro.

Nel considerare il contesto socio-culturale attuale è fondamentale partire dal tempo/spazio vissuti dal bambino nel momento libero della sua giornata (che spesso manca). I pochi stimoli al gioco di movimento, dovuti alla sedentarietà del bambino di oggi, portano a una sorta di analfabetismo degli schemi motori di base, oltre che relazionale e sociale. Pertanto è di fondamentale importanza considerare le differenze individuali sia in termini di diversità biologica, che quasi mai coincide con quella anagrafica, sia i differenti stimoli (in frequenza e intensità) socio educativi-motori vissuti. Premesso questo, è importante che l’educatore/allenatore possieda delle conoscenze teoriche di riferimento sui cambiamenti psicologici e fisici delle diverse fasi evolutive dei Piccoli Amici (bimbi di 5-6 anni).

Chi sono? 

Partiamo analizzando l’area motoria: all’età di 5 anni il bambino organizza abbastanza bene le sue abilità motorie di base, ovvero camminare, correre, saltare e inizia a controllare e coordinare meglio i movimenti, a renderli più economici, meno dispersivi. L’attività motoria si risolve quasi sempre nel gioco, nel quale il bambino, immergendosi interamente, esprime il suo desiderio di superamento e di affermazione, e sente il bisogno di cercarsi un mondo fantastico dove muoversi a proprio agio. A 6-7 anni siamo nella fase di transizione tra l’infanzia e la fanciullezza: il bambino sta prendendo coscienza di sé e del mondo esterno; il modo spontaneo di muoversi tende a sparire, sempre più condizionato dall’ambiente. Il suo strumento di comunicazione è ancora il gioco: un gioco semplice d’identificazione alla sua portata. Infatti, preferisce imitare più che inventare e attraverso queste esperienze motorie impara a scoprire il proprio corpo e come questo si esprime attraverso i gesti e il movimento. In tal modo effettua un primo e corretto approccio con il mondo esterno e con i compagni. A 7 anni il fanciullo esprime la sua attività motoria in modo più dinamico, chiassoso ed esuberante. Ha già acquisito un notevole equilibrio nei movimenti ed è quindi in grado di eseguire esercizi combinati. Ha una migliore conoscenza di sé e un più chiaro senso delle dimensioni del tempo e dello spazio, ma non è capace di servirsene in modo consapevole. È più socievole che non a 6 anni, ma ancora non ha sviluppato la collaborazione nel gioco e nel gruppo.

Scopri di più sul numero di novembre: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo o digitale

>> Tutti gli articoli del SETTORE GIOVANILE

Articoli correlati

Tutto sulla marcatura

Una capacità, talvolta trascurata nel settore giovanile, che va assolutamente allenata. Le proposte pratiche, il duello e il marcamento di un calciatore senza palla. È ormai ben chiaro che le abilità tecniche non siano l’unica componente che determina la prestazione del calciatore. Al fianco di calciatori come Neymar, Coutinho, Messi e Ronaldo, per citare alcuni […]

La visione globale

Il lavoro secondo princìpi di gioco nel settore giovanile: la sua importanza e come agire al meglio per insegnare ai propri giocatori a osservare il contesto di gioco prima di ricevere palla. Programmare l’attività da svolgere con la propria squadra è una condizione necessaria (ma non sufficiente) per offrire ai propri giocatori una valida e […]

Ball mastery, il dominio della palla

Quanto conta per un giocatore avere una padronanza assoluta nella gestione del pallone. La tecnica di ball mastery e le strutture da utilizzare. All’interno dello speciale “Settore Giovanile” avevo iniziato a trattare l’argomento relativo al “dominio” del pallone nell’articolo “Diamo del ‘tu’ alla palla”. La maestria nel gestire l’attrezzo, infatti, a qualsiasi livello, deve essere […]

Allenate la percezione

Perché è importante andare oltre al “giocatore pensante”. La percezione delle informazioni, la lettura corretta di queste e l’attuazione di comportamenti efficaci e funzionali al contesto di gioco Sovente l’obiettivo dichiarato da numerosi allenatori e responsabili di settore giovanile è quello di formare “giocatori pensanti”. Se ogni calciatore, però, durante una partita dovesse pensare all’azione […]