SACCHI E IL MILAN DEGLI IMMORTALI

SACCHI E IL MILAN DEGLI IMMORTALI

La rivoluzione di Arrigo Sacchi, le novità del Parma di Nevio Scala per un calcio italiano che, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta sta cambiando.

Pare difficile cercare di tratteggiare un personaggio talmente noto come Arrigo Sacchi, senza andare a finire sul già sentito, già detto o cadendo nel retorico. Il mondo può dividersi in sacchiani e detrattori del tecnico romagnolo, ma è innegabile che la sua portata storica e il suo peso specifico nel contesto di un movimento calcistico italiano tendenzialmente “lento” ad assorbire nuovi stili e paradigmi, siano stati enormi, quasi incommensurabili. D’altronde, fu il primo a imporre, a suon di risultati, un cambiamento epocale, abbandonando da subito l’utilizzo del libero e delle marcature a uomo, per puntare su una più fluida “zona”, specie in fase difensiva. Ma anche a centrocampo, sull’esempio dei maestri olandesi, Sacchi chiedeva grandi sforzi ai suoi interpreti, obbligandoli a un pressing talvolta sfrenato ma non senza costrutto, potendo contare sulla qualità individuale che, soprattutto nei suoi anni al Milan, non è mai mancata.

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