L’intervista ad Alessandro Diamanti: corsa, talento e fantasia

L’intervista ad Alessandro Diamanti: corsa, talento e fantasia

Malgrado le indiscutibili qualità tecniche, Alino, come lo chiamano tutti, inizialmente ha faticato a emergere. È stato Bisoli, allora allenatore del Prato, a coniugare le doti del suo sinistro con la dedizione nella fase di non possesso. Il West Ham, la vita in Inghilterra, il Bologna, squadra della quale oggi è leader indiscusso e la Nazionale, con il rigore segnato all’Inghilterra.

Alessandro Diamanti non ama le interviste. E in sala stampa ci va solo il giorno del suo compleanno (il 2 maggio) o quando a compiere gli anni è il suo Bologna (3 ottobre). Il trequartista tutto invenzioni e sostanza, il giocatore che molti allenatori vorrebbero nella loro squadra e che Cesare Prandelli convoca puntualmente in Nazionale da più di tre anni, ha sempre preferito far parlare il campo. Vedendolo la domenica non è difficile intuire come il calcio l’abbia nel sangue, che molte giocate gli vengano spontanee, frutto di un talento che madre natura gli ha dispensato senza avarizia, soprattutto baciandogli il piede mancino, quello che regala assist ai compagni, problemi agli avversari, gioie ai suoi tifosi e delizia a chi semplicemente è in poltrona a godersi la partita.

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