Allenatore e staff: Maurizio Sarri e l’Empoli

Allenatore e staff: Maurizio Sarri e l’Empoli

Come è nato il 4-3-1-2 della squadra toscana, l’importanza delle due punte e i movimenti del trequartista contro diversi sistemi di gioco. Alcuni particolari della fase di non possesso e l’intervista doppia ai collaboratori tecnici del mister.

«Uno, due, tre, quattro… quattordici e forse c’è ancora qualcuno.» L’intervista con Maurizio Sarri, tecnico dell’Empoli si conclude con questo conteggio. Indica il numero di elementi, approssimativo per difetto, che sono usciti dal vivaio o che hanno una storia importante (vedi Maccarone e Tavano) nella società guidata dal presidente Corsi. Presidente che tra l’altro – per farvi capire il clima che si respira al Castellani – è venuto a salutarci durante l’intervista. È questa la vera forza della squadra, che, anche quest’anno, naviga nelle zone alte, se non altissime, della graduatoria, dopo la sconfitta con il Livorno nei play-off per la Serie A dell’anno scorso. E non solo: senso di appartenenza, ambiente familiare ma competente, e giovani “prodotti in casa” che vengono lanciati senza timore, come è avvenuto l’anno scorso con Saponara, ora al Milan. Piedi saldi a terra, quindi – «La società, quest’anno, ci ha chiesto come prima cosa la salvezza, dichiarata dal presidente in una conferenza a luglio – ci dice il mister» – lavoro sul campo e pazienza. Pazienza che è risultata determinante per il tecnico l’anno scorso.

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