Una squadra piena di prospetti interessanti, da preparare e gestire al meglio per lanciarli nell’Olimpo del calcio, come già successo in passato. La tattica, lo staff, gli aspetti fisici e un secondo dal nome importante, Dejan Stankovic.
Abbiamo incontrato Andrea Stramaccioni la prima volta quando era alla Romulea, società nella quale era cresciuto calcisticamente («Ci siamo visti in quell’albergo vicino al Colosseo, vero?») e dove aveva mosso i primi passi da allenatore. Anche se, come ci ricorda nel corso dell’intervista, il suo vero inizio è stato sui campi dell’AZ Sport («Società che purtroppo non esiste più – ci dirà con un pizzico di amarezza»). Allora era un giovane ed entusiasta allenatore che seguiva i Giovanissimi (con cui vinse lo “scudetto” di categoria), prima di passare alla corte di Bruno Conti. Alla Roma. Lo abbiamo ritrovato al nostro Master di Salsomaggiore, autore di uno splendido intervento sull’avvio del gioco nel calcio professionistico, e ora a Udine, dopo cinque mesi di lavoro nella società di Pozzo. E ci racconta il suo pensiero calcistico, la sua vita da allenatore e le scelte che l’hanno portato a sedere su una panchina prestigiosa come quella nerazzurra, dovendo guidare gente come Milito, Cambiasso, Stankovic…, e adesso su quella bianconera
