L’emozione di apprendere

L’emozione di apprendere

Con gli adulti

In tema di sport per i “grandi”, appare molto importante, invece, che l’allenatore sia sempre aggiornato sulle scoperte neuroscientifiche e sui conseguenti studi applicativi che possano guidarlo e ispirarlo nel trasmettere contenuti e strategie utili al raggiungimento della massima espressione del potenziale umano e sportivo dei suoi atleti. Tra i vari modelli esistenti che tentano di interpretare il complesso processo di apprendimento ce n’è uno basato sull’esperienza proposto da Kolb.

Descrive l’apprendimento sia come un processo circolare sia come il trasferimento dell’esperienza in concetti, che poi sono impiegati alla stregua di una guida nella scelta e nell’interpretazione di nuove esperienze. In figura 2 sono descritti sinteticamente i quattro stadi del ciclo di “apprendimento esperienziale”. Secondo questo modello, scelto perché considerato interessante anche applicato in ambito sportivo, l’esperienza concreta di una data realtà o di un problema avvia, e al tempo stesso conclude, il ciclo dell’apprendimento. Si tratta dell’esperienza che nasce dal coinvolgimento emotivo. Le osservazioni e le riflessioni nascono dall’analisi dell’esperienza. Pur compiendo tutto il ciclo dell’apprendimento descritto da Kolb, ogni persona predilige una determinata fase, consentendo così, almeno in parte, un’anticipazione delle proprie caratteristiche di uomo e di atleta.

La fase di esperienza concreta implica un’attitudine all’azione. I soggetti che preferiscono questo stadio dell’apprendimento tendono a entusiasmarsi per ogni novità, apprezzano i confronti e amano le sfide. Il periodo dell’osservazione riflessiva sottende una propensione alla riflessione. I riflessivi tendono a fermarsi un po’ di più a “pensare” alle esperienze, osservandole da differenti prospettive e spesso sono cauti. La concettualizzazione astratta comporta una predisposizione all’astrazione. I teorici sistemano le osservazioni in teorie, prediligono l’assoluta certezza e non si sentono a loro agio con ciò che è soggettivo.

Lo stadio della sperimentazione attiva riporta alla concretezza. I pragmatici amano sperimentare idee e teorie, pensano sempre che le cose possono essere fatte in un modo migliore e le giudicano secondo il loro funzionamento. Ogni persona, compiendo l’intero ciclo di apprendimento, passa attraverso queste quattro fasi, sia pur con ritmi, punti d’ingresso e modalità differenti. Si transita dal concreto all’astratto e dal riflessivo all’attivo; l’uno o l’altro degli estremi si rivela più efficace secondo il tipo di problema da affrontare.

Le qualità del buon tecnico

Ogni atleta, grazie alle proprie caratteristiche della personalità, alle esperienze fatte e al condizionamento sociale, matura determinate attitudini piuttosto che altre. In tal modo ogni persona sviluppa un personale modello o stile di apprendimento che, grazie al lavoro consapevole degli allenatori, può essere arricchito. Nella formazione dell’uomo e del calciatore lascia il segno il tecnico che dona ai suoi atleti strategie sperimentate, elastiche ed etiche. Il tutto basandosi su:

  • sorriso e voglia di fare;
  • corretto rapporto con l’errore;
  • sapiente equilibrio fra impegno e pause di recupero;
  • capacità di approfondire;
  • buona concentrazione;
  • scelta di obiettivi adeguati.

Questo è determinante per permettere all’atleta di qualunque età di cogliere i frutti del suo lavoro, di evolvere sulla base di ciò che apprende e di imparare a comportarsi produttivamente in ogni contesto.

Autore: Barbara Rossi.
Foto: Michele Tusino.

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