Organizza la difesa

Organizza la difesa

Come organizzare la fase difensiva del proprio undici a inizio stagione. Perché scegliere la linea a quattro o quella a tre. Consigli per organizzare la propria difesa.

Il periodo precampionato è sicuramente un momento fondamentale nell’impostazione tattica di una squadra. A qualsiasi livello si giochi, infatti, in questa fase dell’anno si verificano contemporaneamente alcuni fattori che “aiutano” gli allenatori nella cura degli elementi fondamentali per l’organizzazione collettiva di squadra. Parliamo di:

  • un numero di sedute più ampio rispetto ai normali cicli durante il campionato;
  • l’assenza della partita settimanale che non orienta il lavoro sul singolo evento, ma su una strutturazione più generale;
  • il livello di attenzione dei giocatori che, normalmente, all’inizio della stagione, sono più motivati ad apprendere qualcosa di nuovo.

Tra i vari aspetti di tattica collettiva, il lavoro sui meccanismi della linea difensiva assume, in questo contesto, un’importanza molto alta. A seconda della scelta del sistema di gioco, le principali decisioni per l’organizzazione in tale contesto prevedono tre o quattro giocatori nel reparto; per questo motivo, la didattica dovrà essere indirizzata a seconda dell’impianto tattico che si intende proporre. Comunque, qualunque sia la scelta del numero dei componenti della linea, i princìpi delle esercitazioni saranno gli stessi e dovranno rispettare alcuni aspetti. Di seguito, vi indichiamo quali sono e come si può intervenire.

Cosa allenare

Le posture dei giocatori: è un aspetto individuale fondamentale, indispensabile per il lavoro di tattica collettiva. Non è infatti sufficiente che un giocatore sappia dove posizionarsi in relazione alla palla, ma deve conoscere, anche e soprattutto, come farlo, per attuare l’azione più efficace. Per tale motivo, quindi, in ogni esercitazione per la linea l’allenatore dovrà porre l’accento sulle posture dei propri elementi e sui movimenti utili a raggiungere la posizione stabilità.

Le distanze tra i giocatori all’interno del reparto: sia nella difesa a tre sia in quella a quattro le distanze di copertura sull’uomo che esce in marcatura potranno differire a seconda delle strategie adottate. Su palla esterna, ad esempio, si potrà scegliere se effettuare uno scivolamento omogeneo della linea o adottare la cosiddetta diagonale lunga (con i difensori più vicini a quello in uscita che non vanno in copertura, ma mantengono la loro posizione nella “luce” della porta, lasciando di fatto quello spazio libero per l’inserimento in copertura di un centrocampista). Anche per quanto riguarda la copertura verticale, poi, l’allenatore dovrà decidere se effettuare una difesa a una o due linee di copertura, se preferirne una più profonda, a protezione della porta, o una più corta (più aggressiva e compatta). E ciò dipende dai giocatori a disposizione. In tutte le esercitazioni, l’allenatore dovrà correggere queste posizioni a seconda dell’atteggiamento tattico scelto.

I compiti di marcatura e copertura in determinate situazioni: le esercitazioni iniziali saranno fondamentali per dare la lettura comune al reparto sui comportamenti contro alcuni specifici movimenti e in certe situazioni “standard”. Ad esempio, quelli per contrastare sovrapposizioni esterne e interne, o, in caso di difesa a quattro, quello da adottare con palla in “mezzo” ai due centrali…. Nelle esercitazioni, l’allenatore dovrà valutare questo aspetto in maniera duplice; da un lato cercherà di proporre i principi di gioco scelti, mentre dall’altro dovrà capire le caratteristiche dei vari interpreti per affidare loro i compiti precisi, il più possibile rispondenti alle capacità.

Le distanze tra i vari reparti: le esercitazioni dovranno coinvolgere più reparti, per far capire ai componenti della linea le distanze rispetto al centrocampo, a seconda delle varie situazioni di gioco. Come in tutte le esercitazioni, ma soprattutto in queste, dovrà essere allenata la lettura della situazione, per far comprendere ai calciatori posizionamenti e comportamenti.

Le interazioni tra la difesa e il reparto di centrocampo: direttamente legata alle distanze all’interno del reparto e rispetto ai reparti dovranno essere curate le interazioni fra difesa e centrocampo; le coperture del lato cieco, le “imbucate” di centrocampisti all’interno della diagonale difensiva in caso di diagonale lunga….

Come allenare

Nel calcio contemporaneo, la parola d’ordine delle esercitazioni per la linea difensiva, come quelle per qualsiasi altro aspetto del gioco, è realismo. Ogni proposta dovrà essere il più situazionale possibile e riportare i giocatori a ciò che potrebbe accadere in partita. Per questo motivo:

  • è sempre necessaria la presenza degli avversari in movimento, in forma più o meno attiva;
  • è indispensabile il portiere, che deve legare i suoi movimenti e i suoi comportamenti alla linea;
  • è auspicabile che ogni esercitazione non abbia solamente l’obiettivo della fase di non possesso, ma che si sviluppi fino alla riconquista della palla con le uscite della difesa, allenando anche la transizione positiva.

Difesa a tre o a quattro?

La scelta del tipo di organizzazione deve avvenire principalmente in base ai giocatori a disposizione, non solo quelli componenti il reparto arretrato. Storicamente, la difesa a quattro è la più utilizzata dai tecnici in tutto il mondo, perché garantisce una omogenea copertura del campo, in senso orizzontale, e perché facilita la divisione dei compiti all’interno del reparto. Negli ultimi anni, però, è stata scelta da molti tecnici quella a tre; cerchiamo di vedere per quali ragioni questa possibilità potrebbe essere più produttiva. Si opta per la difesa a tre perché:

  • vi sono giocatori adatti e/o abituati a giocare con questo sistema di difesa;
  • vi sono difensori che cercano molto l’anticipo e quindi hanno bisogno di una copertura centrale maggiore (due difensori centrali anziché uno in copertura);
  • si desidera creare una maggiore densità nel settore centrale della nostra difesa;
  • si schierano difensori centrali che vanno in difficoltà contro attaccanti bravi nell’1>1 o nel gioco aereo e non si riesce a difendere bene contro di loro, sia tenendo stretta la difesa a quattro sia con i raddoppi dei centrocampisti perché, ad esempio, oltre i due attaccanti, occorre fronteggiare anche due esterni che rimango alti, allineati alle punte;
  • si vuole migliorare il palleggio basso. Ad esempio, quando si gioca con due centrali, per sviluppare al meglio il possesso, vengono “alzati” i terzini, si allargano i centrali e si abbassano in mezzo ai difensori centrali il mediano o uno dei due centrocampisti centrali, creando, di fatto, in fase di possesso una difesa a tre centrali. Si può, quindi, “istituzionalizzare” questo comportamento prevedendo direttamente una difesa a tre centrale;
  • a centrocampo si dispone di qualche giocatore che è bene non impegnare troppo nel non possesso palla, cosicché si assegna a lui il compito di marcare solamente “dalla sua posizione in avanti”, senza l’obbligo di rincorrere i centrocampisti avversari che attaccano la profondità (vengono lasciati ai tre difensori centrali).

Autore: Vanni Sartini.
Foto: Michele Tusino.