Una Dea da sballo

Una Dea da sballo

A questo punto gli aggettivi sono finiti. O stanno finendo… L’Atalanta segna 4 gol al Valencia in un ottavo di Champions, vede il passaggio ai quarti e dimostra di essere una squadra alla quale non manca nulla. Per essere obiettivi, la “Dea” ha commesso qualche errore in fase di impostazione, subendo un gol evitabile e obbligando Gollini ad almeno tre parate decisive, ma la partita “iperperfetta” non può esistere soprattutto in Champions dove una piccola svista può costare parecchio.

Una vittoria per 4-1, comunque, non l’avrebbe pronosticata neppure il tifoso più caldo: in vantaggio dopo meno di 15’ con Hateboer, corso qualche rischio intorno al 30’, prima di riprendere il comando della gara e del raddoppio di Ilicic, l’Atalanta ha dimostrato di essere squadra alla quale non lasciare mai un solo metro. E dire che Gasperini per l’occasione si è fatto più prudente: tre difensori, cinque centrocampisti con Gomez e Ilicic attaccanti, che mai hanno dato punti di riferimento a una difesa rabberciata. Già, perché l’idea dell’allenatore dell’Atalanta è stata quella di rinunciare a Zapata o Muriel, allontanando dalla porta i giocatori offensivi, chiedendo inserimenti a centrocampisti e difensori. E questo ha messo ancor più in difficoltà, un Valencia privo dei centrali titolari.

Se il 2-0 del primo tempo era un risultato da sottoscrivere, il 4-0 di metà ripresa aveva dell’incredibile, poi la rete di Čeryšev ha fatto affiorare qualche timore in una squadra che si sentiva già ai quarti di finale… Cosa possa accadere tra 20 giorni a Valencia non è facile da pronosticare, ma andare in Spagna forti di un 4-1 non è poco.

L’Atalanta, prima per reti realizzate in Serie A, è la prima a sapere che difendersi per 90’ sarà inutile, basterà cercare di fare ciò che fino a ora si è fatto in modo eccellente. Insomma, servirà fare un gol… sarebbe il modo migliore per ottenere più un risultato più che storico. Perché quella di Gasperini, per corsa, tecnica e capacità realizzativa, è una squadra che fa sognare. La dimostrazione che vincere giocando bene si può…

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