La fase difensiva

La fase difensiva

Le esercitazioni

Dal dire al fare
In un periodo di preparazione si può proporre la progressione che vi mostreremo ricordando che il continuo confronto tra giocatori e attività di sfida, oltre ad aumentare il carico condizionale, stimolano la motivazione e la mentalità vincente. Si partirà dal posizionamento e dall’anticipo, per arrivare alla “realtà” e organizzazione di una squadra corta, aggressiva e capace di un pressing ultra-offensivo.

La messa in azione
Riscaldamento su posizione corpo, corsa di mezzo, marcamento e tecnica d’anticipo. Inizialmente 3 giocatori su una distanza di 30 metri si alternano in fase difensiva: uno porta palla e fa prendere posizione al difensore avanzando, poi serve un compagno, costringendo il difensore a ruotare e riprendere posizione e così via. Successivamente, anziché guidare la palla in avanti, si porta all’indietro per permettere al difensore di allenare la giusta tecnica per “tenere girato” l’avversario (figure 1, 2 e 3).

L’anticipo. Si prosegue con uno dei 3 elementi con palla che deve giocarla lateralmente verso il giocatore in marcatura, per consentire alternativamente un anticipo lungo e uno corto, a destra e poi a sinistra (figura 4). La palla viene trasmessa alternativamente e casualmente rasoterra, a mezza altezza o alta per anticipi differenti. Il giocatore in ostacolo è semi-attivo, cioè si avvicina alla palla senza agire, ma occupa lo spazio costringendo il difensore a usare le braccia per l’anticipo. Si esegue in movimento verso dietro e in avanti, sulla distanza di 30 metri e poi si cambia, ponendo attenzione alla tecnica di corsa.

La parte iniziale è una messa in moto graduale, mentre l’esercitazione sull’anticipo, con avversario semi-attivo ha un impegno fisico differente, ottenendo un miglioramento della capacità aerobica (frequenze di lavoro che vanno dal 60 al 75% della FCmax). Inoltre, nelle varianti con palla alta e a mezza altezza, dosando i tempi di lavoro e di recupero (1 a 3) si potrà ottenere un miglioramento della forza resistente. Da non sottovalutare l’importanza della coordinazione e della rapidità di appoggio dei piedi.

Gioco a temi
Possesso e cambio campo. Si formano 3 squadre con giocatori dello stesso reparto, difensori, centrocampisti e attaccanti e si preparano 2 spazi delimitati come in figura 5. Il gioco serve per la fase di transizione negativa, cioè il passaggio dal possesso al non possesso. Un gruppo gestisce la sfera in uno dei due spazi e ottiene un punto ogni 10 passaggi realizzati. Quando gli avversari conquistano la palla, è necessario cercare immediatamente la riconquista (attacco immediato), altrimenti la sfera sarà trasmessa nell’altro spazio alla squadra che attende.

I giocatori che hanno perso il possesso e non sono riusciti a ottenerlo di nuovo, devono correre velocemente nel settore attiguo (ripiegamento), per impedire ai nuovi avversari di effettuare i 10 passaggi e via dicendo. Dopo un tempo stabilito e un numero di serie (esempio 2 da 3’) vince la squadra che ha totalizzato più punti. Le due squadre che hanno perso effettuano 2 serie di 20 piegamenti sulle braccia.

L’esercitazione è da considerarsi ad alta intensità con frequenze di lavoro attorno al 95-100% della FCmax, mentre quelle di recupero (la squadra che attende) spesso non si abbassano al di sotto dell’85% della FCmax. Per questo, l’esercizio sollecita tutti i meccanismi che permettono il trasporto dell’ossigeno, ha uno sviluppo efficace della massima potenza aerobica e, se i tempi di lavoro e di recupero sono adeguati (1 a 1), non si ha un eccessivo accumulo di lattato. Dopo questo lavoro, è necessaria una pausa di recupero prima dello step successivo.

Le situazioni
1>1. Si divide il gruppo in 2 squadre di 10 giocatori che si sfidano in tutte le attività che seguono, definendo una classifica finale al termine dell’allenamento. La squadra perdente “pagherà” una scommessa stabilita, ad esempio sistemare tutto il materiale utilizzato. Si organizzano due situazioni di 1>1 per difesa della porta, presa di posizione e pressione. I giocatori delle due squadre si alternano a difendere o attaccare. Si effettuano 8 serie di 1>1 (4 da difensore e 4 da attaccanti). La prima situazione è finalizzata alla difesa della porta (figura 6). Il difensore lancia la palla dal fondo verso un attaccante che “punta” la rete velocemente per segnare. La situazione si svolge nella metà campo delimitata da una linea mediana, alternativamente sia a destra sia a sinistra. Il difensore corre per conquistare spazio in avanti poi:

  • scappa indietro per non farsi puntare;
  • si orienta in modo di indirizzare all’esterno l’attaccante;
  • guarda la palla per non farsi ingannare dalle finte;
  • copre la porta;
  • aspetta il momento opportuno per riconquistare palla.

La seconda situazione è finalizzata a tenere l’avversario girato (figura 7). Chi deve difendere, gioca palla al mister che la indirizza verso un attaccante, il quale parte dal vertice dell’area piccola. Riceve e spalle alle porta tenta di segnare. Il difensore deve fare pressione e cercare di “tenerlo girato” conquistando la palla. È un’attività di tipo intermittente che raggiunge frequenze di lavoro attorno all’80-95% della FCmax. Se tempi di lavoro e recupero (1 a 5) sono proporzionati, si ha un efficace sviluppo della potenza aerobica.

Lavoro di tattica collettiva
Pressing ultra offensivo collettivo su una metà campo. Si prepara un 10>10. L’azione parte sempre dal portiere che gioca ai compagni con le mani. La squadra deve organizzare un’uscita dal “basso” per conquistare la metà campo, mentre gli avversari devono pressare in modo organizzato e, conquistata palla, cercare la rete (fase di transizione positiva), chiaramente contrastati (fase di transizione negativa). Si cambia la squadra che pressa ogni 3’, eseguendo 4 serie (2 di pressing e 2 di uscita dal basso) di lavoro (figura 8).

La situazione si avvicina molto alla gara ed è per questo che, se svolta con il massimo impegno, diventa un allenamento specifico dove le “frequenze” possono raggiungere il 95-100% della FCmax. Nelle situazioni sulla pressione e sul pressing, l’intensità del lavoro è data soprattutto dalle pause che servono al mister per correggere eventuali posizioni sbagliate o errori commessi e dall’impegno dei ragazzi nello svolgere l’esercitazione. A livello fisico può avere come obiettivo il miglioramento della rapidità/velocità o della resistenza alla velocità. È molto importante l’allenamento della “lettura della situazione” anche in condizione di affaticamento.

Partita a temi finale. Si tratta di un 10>10 su una metà campo con l’obbligo di effettuare due tocchi. In questo caso i giocatori devono per forza controllare la palla, con un’intenzione tattica pensata precedentemente e finalizzata al gesto tecnico successivo. Questo, inoltre, per chi non è in possesso permette di organizzare pressione e pressing sul controllo obbligato dell’avversario. Si giocano 2 tempi di 10’. Nella prima parte di gara si agisce uomo contro uomo a tutto campo. Nel secondo tempo a squadre schierate con fuorigioco.

Autore: Fulvio Fiorin.

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