Lo spazio e il passaggio

Lo spazio e il passaggio

L’intervento che abbiamo mostrato al Master di Salsomaggiore sulle scuole calcio è strutturato e inserito in un progetto all’interno del settore attività di base che coinvolge principalmente gli ultimi anni dei Pulcini e gli Esordienti. È solamente uno dei “fili conduttori” della nostra metodologia (abbiamo preso spunto dai lavori di Massimo Lucchesi), significa cioè che rappresenta una “parte” del lavoro che proponiamo ai nostri giocatori. I Pulcini di 9-10 anni sono bambini che stanno attraversando una fase in cui si cerca di superare l’egocentrismo tipico dell’età precedente. Inizia un processo di “decentramento” con una maggiore accettazione dei compagni. Quindi, i giocatori incominciano a essere tatticamente predisposti per sviluppare le collaborazioni a due elementi, snodo decisivo da questo punto di vista del calcio a sette. Infatti, le finalità primarie di questa categoria rimangono sempre le capacità individuali secondo la famosa locuzione “io, la palla e l’avversario”: si tratta di affinare al meglio il dominio e la gestione del pallone, inserendo finte e dribbling, indispensabili per superare un oppositore (situazioni 1>1). È il momento, però, di nuovi obiettivi con il rapporto “io, la palla e l’avversario” che si deve trasformare in “io, la palla, l’avversario e il compagno”. Pertanto, si ricercano abilità per controllare la sfera per il passaggio (stop orientato) e lo smarcamento. In seguito, negli Esordienti si passerà alla collaborazione a 3 giocatori per arrivare nel calcio a 11, dove la cooperazione in fase di possesso deve essere a disposizione di una strategia collettiva.

Punto, linea e triangolo

In queste fasce d’età (e non solo), lo spazio, il tempo e la percezione di entrambi sono i parametri fondamentali su cui si fonda il calcio. Rappresentano, infatti, dei prerequisiti importanti per accrescere il bagaglio di esperienze di un calciatore. La progressione che abbiamo mostrato sul campo e riassunto di seguito, ha come obiettivo il controllo della palla in funzione di varie tipologie di passaggio nella collaborazione a due giocatori. Con lo spazio e la sua struttura come prerequisito di base.

E a proposito di questo argomento è utile distinguere quattro tipologie differenti. La prima è quella dello spazio libero, dove i giocatori si possono orientare in modo dinamico con il pallone e collaborare tra loro senza alcun tipo di vincolo. I giovani calciatori, quindi, attraverso la cooperazione tra due elementi, possono sperimentare infinite soluzioni e libertà ideomotorie. Le interazioni che si instaurano sono la base del “lavoro a due”. Successivamente, si passa al concetto di spazio finito, dove, si introduce un primo vincolo: il “punto”. La sua caratteristica principale è relativa alla posizione che indica al calciatore la partenza o l’arrivo. Con la sua introduzione, eventualmente attraverso un cinesino, si modificano e condizionano i comportamenti tecnici dei calciatori perché si fissa una posizione ben precisa o un obiettivo. La terza tipologia è quella di spazio finito e definito. Questo è caratterizzato da due punti attraverso i quali può passare una sola retta. Ci permette di spiegare il concetto di linea. Unendo più punti e linee fra loro si ottiene una superficie e quindi si identifica una porzione di campo entro cui i giocatori e la palla possono muoversi. Questo è lo spazio finito e definito che si articola in superficichiuse” dove i giocatori devono interagire tra loro.

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