Dietro le quinte del gioco libero

Dietro le quinte del gioco libero

I giochi da strada e cortile ormai sono scomparsi con tutti i vantaggi che portavano. Come provare a riproporli durante le sedute di allenamento.

Ci siamo trovati in tanti in questa situazione: ultimi cinque secondi e bisogna segnare di testa o al volo per far restare il portiere in porta; oppure è necessario prendere la decisione di non toccare il pallone, perché in caso di errore si va a finire tra i pali. Il fascino e il divertimento (enjoyment) dei giochi da strada, da oratorio e da cortile erano senza confini e… senza tempo.

Anzi, troppo lontano nel tempo, in un tempo che non c’è più. Per i più grandi, probabilmente dai 25-30 anni in su, giochi come “Mundialito”, “Undici”, “Tedesca” erano pratica quotidiana dei pomeriggi dopo la scuola. Una serie infinita di stimoli e situazioni che garantivano la possibilità di sviluppare molte abilità, non solo tecniche, tra cui: auto-regolamentazione, padronanza e gestione delle regole, risoluzione dei conflitti, lettura delle traiettorie aeree, calciare al volo e di prima, duelli (uno contro uno – e spesso uno contro tanti…) e via dicendo.

I ben noti cambiamenti avvenuti all’interno della società, primo fra tutti la diffusione massiva della tecnologia, e la struttura adulto-centrica dell’attività motoria (i bambini dipendono dai genitori anche solo per essere accompagnati al campo) hanno fatto sì che le occasioni di gioco definito “informale” si siano “ridotte all’osso”, determinando il declino dei giochi di strada.

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