Il gioco per catene

Il gioco per catene

Le modalità per migliorare lo sviluppo del gioco per catene, una tipologia di gioco incentrata su movimenti prevalentemente verticali.

Nello sviluppo del gioco, in fase offensiva, l’obiettivo di ogni squadra oltre a quello, ovvio, di mantenere il possesso palla, è di guadagnare campo in modo tale da superare il numero più elevato possibile di difendenti avversari e ricercare la finalizzazione. Le possibilità per ottenere questo “guadagno di campo” sono molteplici e possono essere raggruppate in due grandi contenitori:

  • il gioco di catena;
  • il cambio gioco.

Il gioco per catena è uno sviluppo che si caratterizza con l’avanzamento della palla nella fascia di campo in cui inizia la manovra. Al contrario il cambio gioco si basa sulla ricerca del lato opposto a quello in cui ha preso il via l’azione, in modo tale da liberare giocatori e conquistare spazio sulla fascia più lontana. Se vogliamo semplificare, il gioco per catena è incentrato sulla verticalità, mentre il cambio gioco ha come riferimento “concetti” più orizzontali. In questo articolo cercheremo di spiegare cos’è, come allenarlo e quando utilizzare il gioco per catene.

Di cosa si tratta

Il primo punto per codificare e sviluppare il gioco di catena è individuare cosa sia una catena nella formazione di una squadra. Ogni formazione ha, infatti, 10 giocatori di movimento e, sostanzialmente, tre catene: di destra, centrale e di sinistra. Sono gruppi di giocatori identificati dall’appartenenza a una stessa “fascia”; non bisogna però confonderle con le linee, in cui i giocatori sono suddivisi secondo i vari reparti (difesa, centrocampo e attacco).

Nella mia personale visione delle catene, però, per semplificare il lavoro degli allenatori e per garantire maggiori opzioni, preferisco suddividere i giocatori in due sole catene, destra e sinistra, con quattro giocatori per ognuna e due elementi appartenenti a quella “centrale”. In tutti i sistemi di gioco (come indicato nelle figure 1, 2, 3, 4, 5) si può pensare a questa suddivisione, coi giocatori “centrali” che vengono usati come “uomo in più” nel settore in cui si sta giocando, per dare una diversa soluzione, sia per poi proseguire l’azione su tale corsia, sia per l’eventuale cambio gioco manovrato.

Schemi o princìpi?

Il secondo aspetto da valutare è capire se allenare il gioco di catena attraverso giocate predeterminate (“schemi”) o per “princìpi”. Lo sviluppo verticale si presta in maniera quasi naturale al gioco per schemi, con combinazioni che possono essere automatizzate in poche sedute dai giocatori. Gli spazi stretti in cui si effettuano queste giocate, insieme al numero elevato di elementi che devono sincronizzare l’interazione fra loro, sembra far propendere, almeno nella parte iniziale della stagione, per tale scelta, con compiti predefiniti per ogni calciatore. Ma, se analizziamo bene lo sviluppo degli schemi stessi, comprendiamo che questi rispondono a princìpi che possono essere il motore per realizzarli. Quelli che permettono di effettuare soluzioni in verticale sono:

  • ogni giocatore deve avere tre soluzioni di passaggio (i compagni di catena);
  • ogni elemento deve avere la possibilità di servire uno dei due giocatori della catena centrale;
  • i movimenti di smarcamento dei compagni di catena si basano sempre su una sequenza decisa dal movimento del giocatore più vicino al possessore o dall’elemento verso cui è orientato l’uomo in possesso;
  • dopo aver passato la palla, il giocatore in possesso si deve muovere, in relazione all’azione dei compagni per sviluppare un’altra giocata. Per questo motivo, le modalità di allenamento del gioco per catena possono essere molteplici; passiamo dagli esercizi contro zero in fase iniziale, alle situazioni nelle porzioni di campo interessate, alle partite a temi. Visto che l’elemento centrale è la verticalità sono altamente sconsigliati i giochi di posizione e i possessi palla.

Cosa scegliere?

Oltre a quanto esposto, i giocatori devono sapere quando prediligere, in partita, il gioco di catena al cambio gioco. Fermo restando che una squadra deve saper attuare entrambi gli sviluppi vi sono situazioni contingenti in cui il gioco di catena può essere più efficacie. Ad esempio, quando si affrontano avversari che giocano “a uomo nella zona” e non creano una superiorità numerica in zona palla con i movimenti di reparto.

Tale soluzione può essere facilitata, specie dai “movimenti coordinati” dei componenti della catena, utili a liberare lo spazio per la giocata e per la conquista di metri in verticale. Inoltre, il gioco per catena è da preferire al più manovrato cambio gioco quando non si hanno elementi dalle grandissime qualità tecniche. Il gioco per catene infatti, permette di arrivare allo scopo dell’avanzamento verso la porta avversaria con meno passaggi e, di conseguenza, con meno possibilità di “errori” rispetto a una gestione più orizzontale della palla.

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