Le partite amichevoli

Le partite amichevoli

L’utilizzo di questi confronti come forma di allenamento per i ragazzi del settore giovanile. Le attenzioni da avere e le modifiche da apportare alla squadra.

La partita amichevole è uno dei mezzi di allenamento cui si fa spesso ricorso per verificare se i princìpi, le strategie e gli atteggiamenti tattici richiesti ai giocatori sono stati compresi e acquisiti. Le cosiddette amichevoli sono “eventi nei quali non vengono assegnati punti o riconoscimenti ufficiali” (fonte wikipedia). Vengono però organizzate soprattutto durante il periodo di sospensione dell’attività agonistica, con finalità di allenamento o come preparazione alle gare ufficiali. A questo scopo, vengono spesso inserite anche all’interno del microciclo settimanale, nel periodo agonistico, solitamente al terzo allenamento in programma (per una squadra che si ritrova almeno 4 volte la settimana), in cui, metodologicamente, la tendenza è quella di allargare gli spazi, dopo due sedute ad alta intensità con utilizzo di zone più strette e numero di giocatori ridotto. Mentre nel periodo preparatorio al campionato o di probabile sospensione dell’attività sportiva è più semplice pianificare incontri amichevoli con altre società, durante la stagione agonistica programmare questo tipo di training è sempre piuttosto complicato per svariati motivi, in particolar modo logistici.

Infatti, occorre innanzitutto coinvolgere un altro club con possibili problemi di trasporto e sarà necessario accertarsi della disponibilità di campo e spogliatoi, spesso a diposizione di una squadra in fasce orarie rigorosamente stabilite molti giorni o mesi prima, con numerose complicazioni qualora si dovesse andare oltre il previsto. Questi possibili intralci possono essere scongiurati decidendo di organizzare una partita amichevole con un altro gruppo della stessa società, ad esempio under 15 contro under 16 oppure quest’ultima con l’under 17. In questi casi, il gruppo più giovane potrà beneficiare di un confronto con ragazzi più maturi e mettersi alla prova in un incontro giocato a ritmo e intensità superiori al solito, testandosi sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale. Infatti dovrà sopperire alle differenze fisicoatletiche con una maggiore “velocità decisionale”, magari limitando i duelli e gli scontri fisici e risolvendo le situazioni attraverso la collaborazione di uno o più compagni di squadra.

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