Psicologia: migliora le tue competenze

Psicologia: migliora le tue competenze

L’utilità della psicologia nello sport, la gestione dello stress e delle emozioni, l’intelligenza emotiva e l’importanza della comunicazione per il tecnico.

La psicologia dello sport può essere un valido aiuto per il calciatore?
Lo psicologo dello sport si concentra sul calciatore che vuole migliorare, sullo sviluppo delle risorse esistenti e sull’apprendimento di capacità nuove finalizzate all’incremento della performance sportiva in un dato ambiente.
Contrariamente a quanto si pensa, il suo intervento è molto pratico, è specifico per ogni disciplina e verte su competenze e sinergie essenziali alla riuscita nello sport, cioè:
• lo sviluppo della consapevolezza di sé – del proprio corpo, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri comportamenti e delle proprie capacità;
• l’interazione tra queste componenti e gli effetti sull’atleta;
• il condizionamento dell’ambiente su queste interazioni e sul modo di essere dell’atleta.

Fletcher & Sarkar in uno studio su diversi campioni sportivi condotto nel 2012 hanno messo in evidenza come gli atleti di successo si caratterizzino per la consapevolezza e la proattività, intendendo per proattività la capacità di reagire alle difficoltà senza farsi travolgere dalle emozioni, ma sapendo indirizzare i propri comportamenti verso la realizzazione degli obiettivi prefissati.

Si può riuscire a gestire lo stress?
Il continuo misurarsi con situazioni sfidanti richiede un atteggiamento flessibile e resiliente, che si basa sulla capacità di mantenere l’attenzione su ciò che si sta facendo, rimanendo concentrati sul momento, sull’azione, sul da farsi e non sul risultato, che si apprezzerà alla fine. Lottare per la perfezione nello sport può essere positivo per gli atleti e per gli allenatori che non hanno forti reazioni negative quando la prestazione è meno che perfetta. Al contrario, rimanere focalizzati (e a volte ossessionati!) solo sulla vittoria può essere funzionale, nello sport e nella vita, per i pochi che hanno freddezza e distacco come tratto innato della propria personalità. Altrimenti può generare stati ansiosi decisamente controproducenti. Sono essenziali, dunque, le capacità di gestire lo stress e di modulare e spostare il focus dell’attenzione per adattarsi alle diverse situazioni. Come? Avendo un controllo del proprio pensiero, senza cadere in confusione a causa delle forti emozioni suscitate da ciò che si sta vivendo durante la gara. Questa sembra una competenza, innata o acquisita, senza la quale nessun atleta può raggiungere e mantenere il successo.

Sai cos’è l’intelligenza emotiva?
Tanti anni investiti nella pratica del suo sport e tantissima passione nello studio della tecnica e nella tattica calcistica compongono il suo bagaglio: questo di solito è l’identikit di un buon allenatore. Quello che fa la differenza il più delle volte, tuttavia, è la sensibilità nel leggere e interpretare lo stato d’animo della propria squadra e la capacità di trasformarlo in sicurezza, lucidità ed energia.
In sintesi ciò che necessariamente occorre a un allenatore è un tipo di attitudine, definita da Daniel Goleman, intelligenza emotiva, cioè il saper riconoscere le proprie emozioni utilizzandole al meglio insieme al comprendere quelle degli altri interagendo con loro in maniera costruttiva. Pertanto, risulta essenziale che un allenatore migliori la consapevolezza di ciò che prova soprattutto nei momenti di stress, perché le sue emozioni determinano le sue scelte e i suoi comportamenti. Allo stesso modo è fondamentale che affini la capacità di capire l’interiorità degli altri perché questo è utile perché l’interazione e la relazione sia funzionale agli obiettivi comuni. Può essere molto importante, per esempio, trovare la chiave comunicativa efficace per insegnare agli atleti come interpretare e gestire il trionfo e il fallimento perché da questo possono dipendere gli esiti di un campionato. Un mister emotivamente intelligente riesce a trasmettere agli atleti che la migliore prestazione è stata realizzata quando in condizioni di difficoltà si è riusciti a reagire, a riorganizzarsi insieme senza essere autodistruttivi o rinunciatari, e a portare a casa il miglior risultato possibile.

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