Precampionato – Difendere col pressing

Precampionato – Difendere col pressing

Il passato può tornare a supportare il presente per organizzare la fase difensiva nel periodo preparatorio. Il cambio di regolamento sull’inizio azione.

Sono molti i fattori che determinano il successo del fenomeno calcio, ma è importante che le teorie e le tecniche che tendono a incanalarlo, vincolarlo a formule lungamente studiate, non riducano mai la sua imprevedibilità. I cambiamenti “tattici” avvenuti nel corso del tempo, in gran parte, sono dovuti a modifiche regolamentari, che possono variare in modo profondo il gioco per renderlo sempre più positivo, creativo e spettacolare. Una “rivoluzione”, chiamiamola così, è accaduta a cavallo degli anni settanta-ottanta con il pressing, vocabolo inglese che consiste nel “pressare”, “aggredire” l’avversario per togliergli la palla e passare immediatamente da un’azione difensiva a una offensiva (transizione positiva). Tale comportamento è utile anche per non far ragionare chi ha il pallone.

I punti di riferimento erano e sono tutt’oggi: palla, avversari, spazio e porta da difendere. Per agire al meglio in funzione di questo obiettivo, servono un grande sincronismo nel muoversi tutti simultaneamente nel minor tempo possibile e una pressione sia sulla palla sia nella zona del pallone (gli appoggi). Inoltre, è importante provare a fermare (o rallentare) l’azione avversaria il più possibile lontano dalla propria area, non concedere il centro dell’attacco, tenendo sempre ben presente i concetti di lato forte e debole, oltre a mantenere l’undici corto e stretto.

Le tre opzioni
Semplificando il concetto, l’abilità di una squadra consiste nel saper “comprimere” l’avversario in zone di campo prestabilite per portare anche dei raddoppi. Il pressing, quindi, può essere attuato in “prima linea” – pressing ultra-offensivo – per non consentire agli avversari di iniziare liberamente il gioco da dietro. Tutto l’undici accorcia nella metà campo avversaria occupando “gli spazi” per obbligare il portiere o l’avversario a un rinvio. Questo è conveniente contro squadre più “deboli” o per recuperare uno svantaggio.

La seconda soluzione è un pressing sulla “seconda linea” – offensivo o medio – che consiste nell’accorciare sugli avversari a cavallo della metà campo per passare “dallo stare in posizione” – marcatura dello spazio – a pressioni individuali e raddoppi.

La terza è un pressing sulla “terza linea” – difensivo o basso – usato quando la squadra avversaria ti costringe a difendere nei pressi della tua area. Perché è più forte. Allora si passa alla “marcatura a uomo nella zona” e ai raddoppi sistematici.

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