I giochi di posizione

I giochi di posizione

Come organizzare al meglio i giochi di posizione con un sistema 4-2-3-1 e quali princìpi di gioco sviluppare in base alla scelta dei jolly.

Oggi finalmente si è diffuso il pensiero che il lavoro per princìpi e la ricerca di un carico cognitivo crescente nelle attività proposte siano la metodologia che dia maggior riscontro di crescita tecnico-tattica dei propri giocatori, indipendentemente che siano giovani o adulti. Tuttavia, molti allenatori ancora preferiscono “non costruirsi” le esercitazioni per le proprie programmazioni in riferimento agli obiettivi che si desiderano ricercare, ma trovarle o copiarle e assemblarle nella propria seduta. Forse perché spesso non si conoscono i princìpi o il senso di determinate attività. In questo articolo cercheremo di trasmettere il perché di alcune esercitazioni divenute indispensabili: i giochi di posizione. Per comodità il riferimento sarà a un sistema 4-2-3-1 e in particolare la fase di possesso.

I giochi di posizione generali

I giochi di posizione permettono di riproporre i processi di soluzione in possesso palla coi giocatori schierati nelle posizioni che solitamente occupano in campo. Sono funzionali ai princìpi in fase offensiva e possono essere proposti prima di lavori tattici, per focalizzare l’attenzione su particolari obiettivi nelle fasi di costruzione, gestione e finalizzazione. Conoscere il concetto che regge queste proposte, permette di crearne diverse in riferimento a ciò che si vuole perseguire. I giochi di posizione generali possono essere utilizzati per finalità condizionali o tecniche e proposti anche nel riscaldamento pre-gara, variando la composizione e la posizione dei giocatori. I jolly possono cambiare in riferimento all’obiettivo o il principio che li riguarda. Possono essere collocati all’interno dello spazio, sui lati lunghi o corti del “campetto” che può avere dimensioni variabili in relazione all’obiettivo condizionale e/o tecnico.

È implicito che lo spazio dovrebbe essere il più vicino possibile a quello reale di gara. Il gioco di posizione non è altro che “un’istantanea” di una zona di campo nella quale si ripetono alcuni gesti e movimenti. Se però l’obiettivo è quello di velocizzare la manovra e abituare a una miglior capacità di scelta nello stretto, si possono cambiare le dimensioni che potrebbero aver un range variabile in riferimento alla finalità del tipo 15 x 25 metri e 20 x 30 metri. Con queste esercitazioni si agisce anche sulle posture del giocatore che deve necessariamente orientarsi con le spalle alle righe (“posizione di mezzo”) per aprirsi e vedere campo. Nella figura 1 un esempio di un gioco di posizione generale. Per comprendere al meglio lo svolgimento vi consigliamo di prendere subito visione dei numeri che corrispondono ai ruoli dei diversi giocatori indicati nel qui sotto.

Ruoli e numeri

1 – portiere
2 – difensore esterno di destra
3 – difensore esterno di sinistra
4 – difensore centrale di destra
5 – mediano di destra
6 – difensore centrale di sinistra
7 – trequartista di destra
8 – mediano di sinistra
9 – attaccante centrale
10 – trequartista centrale
11 – trequartista di sinistra

In questo caso si lavora soprattutto sul movimento a pendolo dei mediani del 4-2-3-1.

Gli step della proposta sono:

  • possesso palla a tocchi liberi con i mediani dentro al campo, ogni 10 passaggi si ottiene un punto;
  • possesso palla a 3 tocchi con mediani in movimento sulla linea con un tocco a disposizione, sempre 10 passaggi si guadagna un punto;
  • possesso a meta sul lato corto, tutti 2 tocchi e mediani sulla linea;
  • possesso a meta a 3 tocchi con mediani in posizione, ma dentro al campo.

Modificando giocatori e ruoli si può lavorare sulle catene. Nell’esempio in figura 2, con le stesse regole e varianti precedenti, si può agire sulla catena titolare destra. Nella figura 3 vi ripropongo un gioco di posizione generale interessante che avevo inserito in un articolo sulla metodologia qualche anno fa. In questo caso si interessano in modo specifico le catene del 4-2-3-1. Le squadre sono composte dalla catena di destra contro quella di sinistra e i jolly sono il trequartista e la punta per favorire il gioco in penetrazione e sono disposti sul lato corto. Si può mantenere la progressione dei giochi di posizione generali precedenti, ma i giocatori possono fare punto portando palla oltre la linea, dopo l’unodue coi jolly che devono effettuare il tocco dentro allo spazio segnato in verde scuro (situazione reale delle posizioni che si ripetono in campo).

Si possono strutturare numerosi giochi di posizione in riferimento a diversi princìpi. Quello in figura 4 è un esempio per lavorare sulla rotazione di mediani e trequartista e per la gestione del possesso in preparazione all’imbucata. Si tratta di un 5>5 con 5 jolly sul perimetro. Si deve mantenere il possesso, ogni 10 passaggi si ottiene un punto. I difensori centrali, sulla linea bassa, hanno 3 tocchi, mentre gli altri jolly sulle altre linee (terzini e punta) giocano a un tocco solo. Agiscono a 2 tocchi i giocatori dentro al campo che si contendono il possesso, che rappresentano 2 mediani e i 3 trequartisti. La squadra che entra in possesso deve scaricare palla sui difensori che non possono essere attaccati; quindi, questa si dispone velocemente, mentre chi ha perso palla passa in fase difensiva e in “pressione” per impedire i 10 passaggi. L’obiettivo è trovare gli spazi di smarcamento sulle linee di passaggio ai 5 giocatori dentro il campo, favorendo le rotazioni, in particolare tra mediani e trequartista centrale, in preparazione e gestione del possesso per verticalizzare tramite le “imbucate”. Le eventuali trasmissioni tra i difensori centrali non valgono come conteggio. Lo spazio come sempre ha un range di variazione per obiettivi condizionali e tecnico-tattici diversi (30 x 20 o 35 x 25 metri).

Indietro
Pagina 1 di 2
Avanti

Articoli correlati

Giochi di posizione e possessi posizionali

La nascita dei giochi di posizione in allenamento è collocata negli anni novanta con Ricardo La Volpe che, in Messico, li propone per la prima volta. L’affermazione di questa metodica la si deve, però, al Barcellona di Pep Guardiola che, a partire dal 2008, ha reso celebre la filosofia che sottende questa tipologia di proposte […]