LA JUVE DI LIPPI E IL MILAN DI ANCELOTTI

LA JUVE DI LIPPI E IL MILAN DI ANCELOTTI

Il calcio italiano moderno nelle sue migliori espressioni: la Juve con il tridente tutto corsa e qualità Ravanelli-Vialli-Del Piero, e il Milan di Ancelotti, schierato a rombo o con l’albero di Natale.

Una delle chiavi di gioco del calcio moderno è stata senz’altro quella di variare, con soluzioni tattiche spesso minimali, la disposizione nella zona nevralgica del terreno di gioco, il centrocampo. Partendo da una solida difesa, imperniata su quattro difensori schierati in linea, allenatori poi giunta a fama mondiale nel corso degli ultimi due decenni (gente come Mourinho, Mancini, Capello, prima ancora Lippi) hanno magistralmente costruito i loro successi puntando sul dinamismo, sul pressing (e in questo tutti sono debitori di Arrigo Sacchi), non disdegnando però mai la forza dettata dalla qualità pura dei singoli, spesso dei centrocampisti. Di volta in volta abbiamo assistito a compagini schierate con il cosiddetto centrocampo “a rombo” – detta in numeri una sorta di 4-3-1-2 o con un 4-3-3 anomalo, senza le ali larghe alla Zeman per intenderci, oppure ancora con il sistema passato alla storia con il nome di albero di Natale.

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